TERMOGRAFIA INFILTRAZIONI
Le infiltrazioni, soprattutto quelle generate da acqua meteorica, sono fenomeni sempre più diffusi a causa di eventi meteo sempre più estremi associati a lunghi periodi secchi.
Le nostre abitazioni sono spesso oggetto di ingresso di acqua indesiderata da vari punti e per vari motivi: il nostro patrimonio edilizio invecchia e si fa poca, se non pochissima, manutenzione; anche le nuove costruzioni possono essere affette da errori progettuali e costruttivi; le portate idriche da smaltire, nei sempre più frequenti nubifragi, sono superiori alla portata garantita dalla rete di smaltimento presente; non viene effettuata la pulizia di gronde e pluviali; i materiali edili invecchiano e nel tempo possono non garantire più la tenuta all’acqua.
Questi ed altri possono essere i motivi per cui ci troviamo fastidiose macchie umide, provenienti dall’esterno, su muri e soffitti, spesso aggredite da muffe. Altre volte è proprio l’acqua allo stato liquido a presentarsi e qui i problemi possono essere anche maggiori.
Tra le tecniche diagnostiche utili per indagare le cause delle infiltrazioni, la termografia infrarossa è quella che permette di avere un quadro conoscitivo generale della situazione, documentato con le evidenze della presenza dell’umidità, della sua provenienza, della sua estensione in termini areali e, con un monitoraggio periodico, della sua persistenza o del grado di asciugatura di una muratura.
La tecnica termografica è rapida e non invasiva ma per ottenere i risultati ricercati la preparazione dell’operatore è fondamentale. Inoltre, dato che quasi sempre il punto di ingresso dell’acqua è lontano dal punto di manifestazione sulla muratura o sul plafone, diviene fondamentale eseguire una indagine differenziale, che possa escludere di volta in volta le possibili cause, per avvicinarsi sempre più alla vera causa; ciò può significare il protrarsi delle indagini con tempi che dipendono dai luoghi e dalle situazioni.
A volte poi la tecnica termografica non basta da sola a individuare con precisione il punto di infiltrazione o la causa e allora è necessario affiancare ad essa altre tecniche di indagine non invasiva , come ad esempio il rilievo igrometrico con igrometro a contatto, o debolmente invasiva come la prova di bagnatura con liquido tracciante, tipicamente Fluoresceina sodica, ma anche altri.
L’esecuzione di detta prova prevede la bagnatura controllata di una determinata zona, individuata come il possibile punto di infiltrazione, e la successiva attesa che il liquido con tracciante disciolto arrivi al punto di manifestazione, laddove si rende visibile in virtù del colore o mediante l’uso di apposita luce UV.
La prova va ripetuta fino all’ottenimento del risultato ricercato.
Prova di bagnatura con tracciante