Misura della trasmittanza in opera 

Al fine di determinare la trasmittanza delle pareti perimetrali dell’involucro edilizio oggetto della presente indagine si è effettuata una misura della conduttanza in opera mediante termoflussimetro applicato su parete perimetrale esterna.

Il calcolo della trasmittanza, essendo funzione oltre che della stratigrafia muraria anche degli strati liminari interno ed esterno, è stato calcolato sulla base del risultato della misura termoflussimetrica di conduttanza, applicando un coefficiente di resistenza liminare così come indicato nella norma UNI EN ISO 6946.

La scelta della parete su cui applicare lo strumento di misura è stata fatta tenendo conto dell’orientamento dell’edificio, delle aperture nelle pareti, porte, portefinestre e finestre, della presenza di tubazioni od impianti sottotraccia, di ponti termici, elementi strutturali e di quant’altro possa invalidare la misura.

Tutti questi elementi hanno portato a scegliere una porzione della parete nord-est, nella camera da letto, di un appartamento posto al secondo piano.

Ad ulteriore riprova della omogeneità della porzione di parete oggetto di misura si è eseguita una termografia della porzione di muro interna, in corrispondenza del punto di misura, di cui si allega il termogramma.

Posizionato lo strumento a 50 cm circa dal serramento e ad altrettanto dallo spigolo tra pareti perimetrali, per evitare l’installazione su ponti termici, e dopo verifica termografica, lo si è lasciato “lavorare” in modo continuo ed ininterrotto per circa 6 giorni (la normativa prevede l’acquisizione per un periodo temporale non inferiore ai 3 giorni), al termine dei quali i dati, scaricati in un pc ed elaborati hanno portato ad un valore di conduttanza pari a 0,4883 W/m2K.

Per giungere al calcolo della trasmittanza bisogna considerare il contributo degli strati liminari interno ed esterno alla resistenza termica della parete:

Resistenza termica misurata (1 / 0,4883) 2,0479 m2K/W

Resistenza termica strati liminari 0,17 m2K/W (norma UNI EN ISO 6946, somma strato interno + esterno)

Resistenza termica totale ( 2,0479 + 0,17 ) 2,2179 m2K/W

Trasmittanza (1 / 2,2179 ) 0,4508 W/m2K

Posa termoflussimetro, parete interna

 

Distacco del rivestimento lapideo in facciata 

La termografia infrarossa è una metodologia di indagine non distruttiva, non invasiva e di rapida esecuzione che si basa sulla acquisizione dell’energia infrarossa emessa da qualunque superficie con temperatura superiore allo zero assoluto.

La stessa permette di creare una mappatura termica di una superficie laddove, le eventuali anomalie termiche riscontrate, vanno interpretate per giungere ad una spiegazione fisica del fenomeno.

Nel caso in esame, dovendo verificare lo stato di ammorsamento delle lastre lapidee / coesione dell’intonaco al retrostante supporto murario e le lesioni superficiali, fratture, si andranno a ricercare quelle zone di distacco caratterizzate dalla presenza di aria tra il rivestimento ed il supporto.

Per fare ciò ci si avvale della tecnica termografica attiva; la facciata in esame dovrà essere riscaldata dal sole in modo che i distacchi e le lesioni possano rendersi visibili come zone a maggior temperatura superficiale in quanto, essendo presente aria, offrono un percorso a minor conducibilità termica al calore che migra dalla superficie esterna verso la massa muraria retrostante.

Il lavoro svolto, di cui qui sopra è riportata una scheda tipo, è stato commissionato al nostro studio da una importante società di ingegneria strutturale operante sull’intero territorio nazionale, nell’ambito delle indagini  per la redazione del CIS (Certificato di Idoneità Statica) richiesto dal Comune di Milano su palazzi storici o comunque con più di 50 anni di vita.

La rapidità di esecuzione, insieme alla ottima resa in termini di superficie esaminata, rende questa tecnica estremamente competitiva nell’esecuzione di indagini per la ricerca dei distacchi del rivestimento di facciate, non soltanto lapideo ma anche ceramico e in intonaco.

Ricerca perdita acqua fredda

Il cliente lamentava una perdita di acqua fredda dall’impianto di adduzione idrico-sanitario sotto pavimento in un capannone.

La stessa perdita era stata segnalata dal gestore del servizio di fornitura, dato l’eccessivo consumo in bolletta.

Con la termografia infrarossa si sono individuate due perdite, di cui una di dimensioni cospicue e successivamente confermata a seguito di demolizione del pavimento.

Nelle immagini si notano le perdite, evidenziate nei termogrammi come aree di colore dall’azzurro al blu e con temperatura superficiale apparente inferiore alle circostanti zone del pavimento,

la zona di minor temperatura indica con buona approssimazione il punto di fuoriuscita dell’acqua dal tubo.

Nei grafici si può vedere come la temperatura apparente tenda ad abbassarsi, fino a raggiungere il minimo valore nei pressi del tubo con perdita, per poi rialzarsi progressivamente fino a tornare ai valori di temperatura del pavimento.

Per ottenere il risultato cercato si è reso necessario creare un delta termico tra pavimento ed impianto, aprendo in modo selettivo i rubinetti dei vari elementi (lavandini, saracinesche dei wc, docce), facendo scorrere per alcuni minuti acqua fredda.

La ricerca è durata circa un’ora ed ha permesso in modo semplice, efficace e puntuale di trovare le perdite e poter successivamente procedere alla demolizione del pavimento ed alla riparazione in zone piuttosto limitate, evitando fastidiose ed onerose demolizioni estese.